Abstract
La complessità della tradizione letteraria sui primi secoli della vita di Roma è ormai nota, e proverbiale è quella sulla biografia romulea, imperniata su informazioni ambigue e contrastanti che, tra luci e ombre, rendono affascinante lo studio della sua figura, fin dall’antichità. Non da meno il caso della sua scomparsa, che presenta due varianti principali: in effetti, se in una il primo sovrano di Roma era assunto in cielo tra gli dei, nell’altra era brutalmente smembrato dalla furia dei patres. Nel presente contributo, che si colloca solo in coda a una lunga storia di studi storiografici, attraverso una prospettiva prettamente politica, si è cercato di comprendere le motivazioni sottostanti alla presenza di queste due, non solo diverse, ma diametralmente opposte tradizioni sulla scomparsa di Romolo. Il taglio politico conferito intende giustificare tale doppia esistenza partendo dallo sfruttamento del mito di Romolo all’interno dell’evoluzione e degli sconvolgimenti politici del I secolo a.C., divenendo oggetto centrale nel dibattito politico repubblicano: nella lotta tra le fazioni o negli scontri tra gli imperatores che dominarono la scena.