Abstract
L’Olimpica 13 di Pindaro, dedicata a Senofonte di Corinto, presenta due caratteristiche macroscopiche: lunghi elenchi di vittorie ottenute dalla famiglia di Senofonte e un accumulo di miti strettamente legati alla città di Corinto (Sisifo, Medea, Glauco e Bellerofonte). Questa connessione con Corinto è stata fortemente rimarcata, con particolare attenzione alla famiglia degli Oligetidi e ai miti di Medea e Sisifo presenti nei perduti Korinthiaká di Eumelo. Nondimeno, l’ode sembra mostrare i tipici meccanismi atti a interessare pubblici secondari. Ritengo che le narrazioni di Pindaro siano consapevolmente generiche, allo scopo di permettere riesecuzioni in festival e simposi. Dall’altro lato, anche la precisione dei cataloghi di vittorie può avere la funzione, in scenari di riesecuzione, di dare ai futuri ascoltatori la sensazione di trovarsi nel luogo della prima esecuzione (l’espediente della cosiddetta “pseudo-intimacy”).