La psicoterapia cognitiva secondo il paradigma della fisica quantistica

Roma: CISU (2022)
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Abstract

Al giorno d’oggi, non esiste ancora una psicologia quantistica univoca e riconosciuta da un punto di vista accademico. Alcune espressioni virtuose hanno poca voce e visibilità. L’ambito di studi è, infatti, nuovo ed è spesso visto con sospetto, come se si trattasse di una cosa poco seria o come se nascondesse trame oscurantiste e metafisiche, se non addirittura esoteriche e magiche. Per alcuni di questi autori, anzi, una simile psicologia non sarebbe scientifica ma solo commerciale. Sicuramente, simili impressioni sono riduttive e ingenerose. Soprattutto, esse non sono rigorose e lasciano il tempo che trovano. Tali impressioni paiono, infatti, più il prodotto di una certa chiusura dogmatica, o paradigmatica, senza una vera e piena conoscenza delle tesi proposte. Esse difettano dal punto d vista della logica e dell’argomentazione. Sostenere, ad esempio, che la psicologia quantistica sia non scientifica è un errore banale, frutto di ignoranza, perché tale psicologia fonda sulla scienza quantistica. Sostenere, inoltre, che la psicologia quantistica sia magica o esoterica è, invece, un errore capzioso e tendenzioso. Essa è, invece, olistica, ovvero onnicomprensiva ed eclettica. Probabilmente, per chi è abituato a lavorare con le minuzie, ciò può sembrare magico. D’altra parte, però, bisogna pure ammettere che molti esponenti della psicologia quantistica di oggi sono, effettivamente, poco rigorosi. Essi sembrano, anzi, intenzionati ad alimentare la loro immagine esoterica e le finalità commerciali non sono, in questo caso, da escludere. Questi contributi non devono, però, essere considerati come vera espressione di una psicologia e una psicoterapia quantistiche, come qui intese. Essi, piuttosto, possono essere definiti come espressioni di una certa New Age quantistica. Questo è, certamente, un uso diverso del paradigma quantistico, di cui non terremo conto. In fondo, anche la scienza deve, oggi, ben distinguersi dai tentativi di sostituirla, ad esempio, alla religione, quale unica fonte di verità. In ogni caso, questa intricata situazione, dove chi denigra s’oppone a chi cavalca questa stessa denigrazione, fomenta l’incomprensione e, soprattutto, impedisce alla psicologia quantistica d’imporsi con tutta la sua forza esplicativa e scientifica. L’intento del presente lavoro è quello di spezzare l’attuale circolo vizioso in merito al paradigma quantistico e alle sue applicazioni in psicologia. In questo modo, sarà possibile tacitare i denigratori poco sapienti, magari aprendo le loro prospettive, e sarà, inoltre, possibile smentire e smascherare i falsi possessori di un sapere arcano ed esoterico, magari avviandoli verso prospettive più realistiche e praticabili. Al fine di argomentare con rigore le proprie tesi, credo sia sempre essenziale muoversi nel rispetto di certi criteri condivisi e condivisibili. Innanzitutto, credo sia necessario affrontare le questioni con logica e razionalità. La logica si pone oltre le sue possibili espressioni, perché coincide con il tentativo di dare una spiegazione razionale ai fenomeni osservati. In tal senso, la logica diventa uno stile, il quale può essere assunto per qualsiasi ambito di studio. Anche la psicologia quantistica può, quindi, essere sottoposta a una lettura logica, per scoprire quanto questa sia diversa dalla lettura logica della psicologia ordinaria. Come, però, questa psicologia ordinaria, oggi predominante, fonda sulla sua logica, allo stesso modo anche la psicologia quantistica, qui presentata, fonda sulla sua logica. Ne risultano, inevitabilmente, due psicologie diverse ma, a loro modo, logiche e, quindi, oggetto della ragione. Inoltre, credo sia altrettanto necessario affrontare le questioni con scienza e metodo. In tal senso, il riferimento a una certa letteratura diviene indispensabile e basilare. Questa letteratura, nel caso della psicologia quantistica, fa riferimento a scienziati di diverse discipline che hanno contribuito e contribuiscono alla definizione dei suoi principi. Tra questi figurano premi nobel nel campo delle scienze fisiche, innovatori nel campo delle scienze psicologiche e pensatori dallo spessore indiscusso. Essendo, inoltre, il campo di studi qui definito quello della psicologia quantistica applicata alla psicoterapia cognitiva, credo che l’atteggiamento clinico debba, infine, direzionare gli altri precedenti. In questo caso, infatti, ogni questione, elaborazione, valutazione o argomentazione deve sempre essere ricondotta alla sua applicabilità pratica, nel merito dell’intervento clinico sulla persona. Nel presente testo, questa necessità diventa un parametro importante di conferma delle tesi esposte. Da un punto di vista clinico, ciò che conta di più è l’efficacia di un certo intervento. La sua verifica sperimentale può essere solo susseguente e non necessaria. L’importante, cioè, è che quanto si fa sia utile per la persona e sia in grado di apportare benessere, consapevolezza e auto-determinazione. In tal senso, la prima verifica della psicologia quantistica applicata alla psicoterapia cognitiva sta proprio nell’evidenza pratica e clinica.

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