Abstract
Con-essere, questa forma verbale infinita dalla profonda risonanza filosofica apre ancora oggi la ricerca al cuore e all’agire relazionale dell’essere umano curante. Non solo, essa richiama la riflessione alle stesse radici della questione sociale della cura. La cura è infatti, nella sua radicalità ontologica ed esistenziale, essenzialmente sociale, cioè manifestazione storico-temporale strutturata del con-essere insieme con gli altri e per gli altri proprio dell’esserci. Sociale è la cura nella sua struttura, aperta come è costantemente alla relazione con l’altro esserci, e sociale nella sua dimensione, caratterizzata da un silenzioso rimando all’essere che abita l’esistente nelle forme fattive del suo incontro, soprattutto in ambito medico e sanitario, laddove la frequentazione del limite diviene esperienza concreta e quotidiana. Carattere effettivo, fondamentale e dicibile della cura, nonché espressione della sua struttura dimensionale profondamente sociale, è così quello della responsabilità con, per e verso l’altro. Alle radici della questione sociale della cura sta infatti la percezione vivente di un con-essere originario e fondamentale che si concretizza come agire curante caratterizzato dalla presenza della responsabilità personale e comunitaria con l’altro, per l’altro e verso l’altro, una responsabilità co-originaria allo stesso sorgere della dimensione della cura.