La parola mancata in Carmelo Bene [The no word in Carmelo Bene]
Abstract
Il teatro di Carmelo Bene, il cinema e le opere letterarie vengono analizzate, nei loro aspetti strutturali e semantici, secondo un’ottica che si appella all’antropologia filosofica di autori quali Scheler, Plessner e Gehlen che, criticando il dualismo cartesiano di res extensa e res cogitans, tentano un approccio per così dire olistico all’uomo, che ne svaluta volutamente la singolarità di essere pensante per accentuarne gli aspetti primordiali, inconsci e vulnerabili. L’afasia del teatro di Carmelo Bene passa comunque attraverso una sperimentazione naturale e artificiale di quella che è la sua macchina attoriale – uno stare al mondo che è lo stare in scena, e viceversa – in una condizione di paradossalità e menzogna tra cultura e natura. The theatre of Carmelo Bene, cinema, literature are analyzed, in heir sctructural and semantic aspects, according a optics that appeals to philosophyc anthopology of Scheler, Plessner, Gehlen in the criticism to Cartesian dualism of substance and spirit. They search a olistic approach to man and depreciate with philosophic purpose the man’s mind to stress the primordial, unconscious and vulnerable aspects. The afasia of C. B. proceed across a natural and artificial experiment of his actorial machine – to live as to recite, and vice versa – in a condition of paradoxality and untruth between culture and nature